
Wizard of Legend 2 non si perde troppo in chiacchiere: il vostro obiettivo è diventare maghi leggendari. Per riuscirci dovrete affrontare una scalata composta da stanze piene di nemici, trappole e boss sempre più impegnativi.
La prima scelta che vi troverete davanti è la dotazione di abilità. Prima di ogni run, infatti, potrete selezionare quattro incantesimi da portarvi dietro: magie di fuoco, terra, aria, acqua ed elettricità, a cui si aggiunge un ulteriore elemento sbloccabile solo dopo aver completato il gioco almeno una volta.
La scelta iniziale è cruciale, perché la forza di Wizard of Legend 2 sta proprio nella possibilità di combinare i vari elementi per dar vita a combo spettacolari. Non c’è niente di più soddisfacente che lanciare una scarica elettrica che si propaga su tutti i nemici, o far collassare un’intera stanza con esplosioni concatenate.
Come ogni roguelike che si rispetti, la struttura è semplice e spietata: entrate in una stanza, ripulitela, proseguite, raccogliete potenziamenti e cercate di sopravvivere fino alla fine. Una partita “standard” dura poco più di un’ora, a patto che riusciate a resistere fino al boss finale. Perché se venite sconfitti (e vi assicuro che accadrà spesso nelle prime run) non vi resta che ricominciare da capo.
Qui però entra in gioco la progressione, ed è un punto in cui Wizard of Legend 2 si distingue da altri roguelike incrementali, poiché le ricompense ottenute dopo ogni morte non sono così incisive da cambiare radicalmente l’esperienza.
Il cuore dei potenziamenti permanenti sta infatti in alcuni bonus che potete equipaggiare per ottenere bonus passivi. Ma anche questo sistema ha dei limiti piuttosto rigidi: se ne possono indossare solo pochi alla volta e le possibilità di potenziarli sono ridotte al minimo. Non scenderemo troppo nel dettaglio su come funzionano, ma vi basti sapere che non bastano per cambiare davvero il corso di una run.
Molto più rilevante, invece, è lo sblocco progressivo delle magie. Durante l’avventura potrete ottenere nuove abilità elementali che vanno ad arricchire la vostra dotazione iniziale. Non parliamo però di incantesimi rivoluzionari, quanto piuttosto di varianti su un tema: il gioco vi invita a sperimentare e a trovare la combinazione più adatta al vostro stile, più che a inseguire l’abilità “più forte” in assoluto.
Detto questo, qualche eccezione c’è. Nel nostro caso, abbiamo trovato l’elemento Elettricità particolarmente incisivo, soprattutto grazie a un incantesimo che garantisce invincibilità temporanea, oltre a danni ingenti: un’abilità che ci è sembrata quasi indispensabile per completare la scalata. Ma per fortuna, il ventaglio di opzioni resta abbastanza ampio da permettere approcci diversi.
Ed è qui che arriva una delle critiche principali mosse dai fan: rispetto al primo Wizard of Legend, c’è meno spazio per la sperimentazione. Le regole nella scelta delle abilità sono più rigorose, il numero complessivo di magie è inferiore, e alcune delle skill più amate del capitolo originale sono state “declassate” a semplici potenziamenti. Questo significa che, invece di ampliare il repertorio del giocatore, molte mosse finiscono per diventare solo varianti migliorative di abilità già esistenti, non poi così facili da ottenere.
Vale la pena parlare appunto del sistema dei potenziamenti che si sbloccano dopo aver sconfitto i boss principali. Funziona così: ogni volta che abbattete uno dei guardiani, vi viene data la possibilità di scegliere una variante potenziata di un’abilità già equipaggiata, che potrete utilizzare solo e soltanto in quella partita.
Per fare un esempio concreto, il classico pugno di terra può trasformarsi in un devastante flusso continuo di colpi, semplicemente tenendo premuto il tasto azione. Un upgrade potentissimo, capace di ribaltare le sorti di una run. Alcuni incantesimi, poi, hanno persino una versione Ultimate, che si attiva riempiendo un’apposita barra e vi permette di scatenare una variante ancora più devastante della stessa magia.
Sulla carta, il sistema è intrigante: spinge a portare avanti build già avviate e premia la padronanza di determinate combo. Nella pratica, però, ha un grande limite, poiché molto dipende dal caso. Ogni volta che sconfiggete un boss, vi vengono offerte solo tre opzioni di potenziamento. Se tra queste non c’è nulla che si sposi bene con la vostra build, o peggio, se compaiono abilità poco incisive, vi ritrovate con la sensazione di aver sprecato un’occasione preziosa.
Lo stesso discorso vale per i potenziamenti sparsi nelle stanze e nei venditori temporanei che incontrerete durante le run. Offrono oggetti utili solo per quella specifica partita, ma spesso l’equilibrio non è dei migliori: alcuni item sono talmente forti da risultare indispensabili, altri talmente marginali da sembrare quasi degli slot sprecati.
Tutto ciò rende la costruzione di una build dipendente dalla fortuna. E se da un lato il roguelite vive anche di improvvisazione e adattamento, dall’altro qui il caso pesa davvero tanto. Più di una volta ci siamo trovati a buttare una run promettente solo perché mancava quell’oggetto chiave o quel potenziamento specifico senza cui la build semplicemente non funzionava.
Il risultato è un mix di entusiasmo e frustrazione: quando tutto gira per il verso giusto, vi sentirete inarrestabili, con combo devastanti che annientano intere stanze in pochi secondi. Ma quando il caso non vi sorride, la partita rischia di naufragare senza che abbiate colpe particolari. Anche perché, specie i boss, sono davvero feroci.
Una volta padroneggiate le meccaniche e trovata la giusta sinergia di magie, il gioco vi fa sentire onnipotenti: concatenare combo elementali devastanti e gestire le schivate diventa un piacere puro. Rispetto al primo capitolo, il combat system è molto più incentrato sull’agilità e sul tempismo, soprattutto sulla capacità di schivare al momento giusto e di interpretare i movimenti avversari.
Il risultato è un gameplay veloce, dinamico e appagante, che si lascia interiorizzare poco a poco, fino a esplodere in un divertimento davvero coinvolgente.
C’è da dire però che, durante le nostre partite, soprattutto in cooperativa locale, ci siamo imbattuti in alcuni bug piuttosto fastidiosi: ad esempio, in diverse occasioni (tre o quattro volte, per la precisione) alla mia ragazza è capitato di rimanere bloccata dopo essere caduta in un precipizio. Il personaggio restava immobile per qualche secondo, con il rischio concreto di venire colpita a morte senza possibilità di reagire. Un bug che speriamo venga risolto presto, perché può compromettere intere run.
Anche il comportamento dei boss presenta delle imperfezioni. Le loro finestre d’attacco sono spesso frenetiche, “nervose”, e quando eseguono abilità ad area le hitbox non sono sempre precise: capita quindi di essere colpiti anche senza trovarsi realmente nella traiettoria dell’attacco.
Nonostante ciò, il divertimento rimane alto, anzi altissimo. Giocato in cooperativa locale Wizard of Legend 2 diventa una vera festa di magie e caos a schermo, ed è un piacere raro trovare un roguelike moderno che supporti così bene il couch co-op.
La longevità di Wizard of Legend 2 dipende in gran parte dalla vostra abilità e inevitabilmente dalla fortuna. La possibilità di portare a termine una run si lega molto al fatto che vi capitino gli oggetti giusti: senza le reliquie o i potenziamenti più incisivi, certe build semplicemente non funzionano, e la partita è destinata a finire prima del tempo.
In ogni caso, preparatevi a morire diverse volte prima di arrivare ai titoli di coda. Questo non solo perché il gioco è punitivo, ma anche perché dovrete progressivamente sbloccare tutti i servizi che vi aiuteranno nel corso delle run. L’ultimo in particolare, un sistema che vi permette di sacrificare un oggetto per ottenere una reliquia estremamente potente, è quasi indispensabile per completare la scalata. A meno che non siate giocatori davvero esperti di roguelike, sarà difficile arrivare in fondo senza di esso.
Sul fronte della varietà di ambientazioni, invece, Wizard of Legend 2 lascia un po’ l’amaro in bocca. I biomi sono piacevoli e ben caratterizzati, ma non particolarmente numerosi, e dopo qualche run la sensazione di ripetitività inizia a farsi sentire. Ci saremmo aspettati un pizzico di creatività in più sul piano estetico e anche sui boss, che si contano quasi sulle dita di una mano.
Eppure compie una scelta coraggiosa, abbandona la pixel art 2D del primo capitolo per una grafica 3D stilizzata. Una mossa che ha diviso la community, ma che a noi è piaciuta. I modelli sono semplici ma puliti e chiari, gli effetti delle magie sono colorati e spettacolari.
Nei momenti più concitati, specie soprattutto durante le boss fight, quando lo schermo si riempie di incantesimi, la leggibilità non è sempre perfetta, e ci saremmo aspettati una maggiore chiarezza nelle animazioni ad area. Tuttavia, nel complesso, il comparto visivo funziona e trasmette un’identità precisa.
L’interfaccia, invece, avrebbe meritato qualche attenzione in più: è funzionale, eppure non sempre elegante e a volte un po’ macchinosa da leggere. Nulla che rovini l’esperienza, ma è un aspetto su cui gli sviluppatori potrebbero lavorare per migliorare la qualità complessiva.
Detto ciò, la difficoltà elevata e gli sbloccabili finali garantiscono comunque un buon numero di ore di gioco. Ogni run dura poco più di un’ora, ma tra morti inevitabili, tentativi falliti e la voglia di sperimentare nuove combinazioni di magie, vi ritroverete facilmente ad accumulare diverse ore senza neanche accorgervene, riconoscendo però i limiti contenutistici.
E se decidete di affrontarlo in cooperativa locale, preparatevi a morire ancora più spesso, perché la sfida in due è frenetica, caotica e al tempo stesso divertente.
Wizard of Legend 2 è disponibile nel solo formato digitale al prezzo di 24,99€ su PS5, Xbox e PC. Una versione per Nintendo Switch uscirà entro la fine dell’anno.
Il codice digitale per questa recensione è stato fornito da Vicarious PR, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.
L’articolo Il gioco massacrato dagli utenti Steam (che a noi è piaciuto) sembra essere il primo su Smartworld.